Category Recensioni

Ultima notte a Soho

Just listen to the music of the traffic in the city, linger on the sidewalk where the neon signs are pretty
How can you lose? The lights are much brighter there. You can forget all your troubles, forget all
your cares So go downtown…

(“Ascolta soltanto la musica del traffico della città, soffermati sul marciapiede dove le insegne al neon sono belle. Come le puoi perdere? Le luci là sono più brillanti. Puoi dimenticare i tuoi guai, dimenticare  tutte le preoccupazioni. Quindi vai in centro…”)

La voce di Petula Clark nella hit “Downtown” lo diceva chiaramente in quei favolosi ’60: il sogno alberga nelle grandi città, il rumore del traffico è musica e le luci (rigorosamente neon) fanno dimenticare le preoccupazioni. E’ la City, bellezza ed è lì soltanto per te...

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The Last Duel, la donna vince fra i duellanti

C’è qualcosa di cinematograficamente avventuroso ed entusiasmante nella carriera di Ridley Scott (27 lungometraggi lungo i suoi 44 anni di attività, praticamente un film ogni anno e mezzo), giunto alla soglia degli 84 con una voglia ancora inesausta di filmare e soprattutto di esplorare nuovi generi (a Venezia 78 ha dichiarato che nel suo programma sono previsti almeno un western e un musical). Avventuroso si diceva anche perché quella carriera è stata battezzata proprio dal duello-ossessione fra i due ufficiali napoleonici narrato nel seminale “I duellanti”, pellicola tratta da un racconto di Conrad e diventata negli anni l’archetipo cinematografico del concetto stesso di sfida su grande schermo...

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Minari, il delicato attecchire delle radici familiari

Minari di Lee Isaac Chung

Con Steven Yeun, Ye-ri Han, Yuh Jung Youn, Noel Cho, Alan S.Kim, Will Patton.

Si resta vagamente spiazzati al termine della visione del film di Lee Isaac Chung, ostaggi di sensazioni oscillanti fra appagamento e sospensione, tra la consapevolezza di una riconciliazione familiare avvenuta sotto il nostro sguardo e la malinconica incertezza che i fili esistenziali di quei personaggi terranno ancora (oltre lo stesso sguardo). E’ l’effetto emotivo prodotto da quello stacco su schermo nero immediatamente successivo all’inquadratura di un rigoglioso minari, pianta acquatica giapponese che dà al film titolo, senso e ovviamente un simbolo...

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Pieces of a woman, un mosaico femminile a più voci

Pieces of a Woman

di Kornél Mundruczó. Con Vanessa Kirby, Ellen Burstyn, Shia LaBeouf, Molly Parker.

Pieces of a woman. Pezzi di donna. Tasselli di reale femminile che cercano posto dentro il ritratto di un “Io” frantumato. Destrutturazione psicologica di una madre e sua successiva, lenta ricomposizione attraverso il più grave dei percorsi: quello del lutto per la bimba appena nata. Una maternità non negata ma “sottratta”. Dall’accidente forse o dall’imperizia altrui, o magari, più semplicemente, dalle conseguenze di un’incauta, cocciuta auto-determinazione. Frammenti psicanalitici di un processo interiore che sconfina in altri fori, quello familiare innanzitutto ma anche l’altro mediatico e penale...

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“Le sorelle Macaluso”, il gesto materno di Emma Dante

Inizia da un foro scavato nel muro questa magnifica opera seconda di Emma Dante (al cinema “Via Castellana Bandiera”, al teatro tutta l’intensità di una carriera, compresa la pièce teatrale da cui è tratto il film). Piccole mani perforano con insistenza il cemento, liberandolo dai detriti in cerca di luce esterna, calore e una panoramica sul mondo. Narrativamente siamo già dentro la storia, tra le mura di casa Macaluso con le sue orfane, piccole donne che campano affittando stormi di colombi ammaestrati...

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Cinema del contagio: IT FOLLOWS

It Follows. Ci segue, anzi ci ha sempre seguito. E’ stato costantemente un passo dietro di noi, l’ombra allungata fino a sfiorare la nostra sagoma inconsapevole. Quel rumore di terriccio pestato che non arrivava mai alle nostre orecchie e, appena percettibile, il fetore di morte in cerca del proprio cadavere. Ci ha sempre seguito e non sapevamo mai chi (o cosa) fosse. Non ne avevamo certezza neppure quando eravamo adolescenti, custodi di verità troppo acerbe per il mondo adulto o troppo adulte per il resto del mondo. Durante quell’adolescenza in cui corpo ci rivelava una storia che la mente non sapeva decifrare e un cuore spavaldo guidava il carro delle sensazioni. Ci ha sempre seguito, tallonandoci sulla striscia continua di drammi invisibili o avanzando lungo i marciapiedi del do...

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“CATS”, quel musical ingiustamente travolto dal Web

Indagine su un insuccesso annunciato, sulle ragioni di un disprezzo condiviso e su un progetto tanto voluto quanto frainteso. Ma il flop di “Cats” in fondo ha soltanto bruciato una delle sue sette vite. La rinascita jellicle prima o poi arriverà…

Cats, le “allucinazioni perverse” del Web e la critica hater

E’ d’obbligo, ancor prima di analizzare criticamente questo adattamento cinematografico dell’opera di Andrew Lloyd Webber, fare una premessa di carattere socio (e social) tecnologico circa la singolare ricezione mediatica di cui l’operazione è stata oggetto dall’apparizione del trailer fino all’arrivo in sala...

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Richard Jewell, l’etica del tempo secondo Eastwood

C’è un filo rosso che unisce le ultime opere di Clint Eastwood, tutte ascrivibili ad altrettanti fasi di una splendida e ancora sorprendente maturità. E’ il filo del tempo e dell’evento storico. Una “corda tesa” che attraversa la cronaca americana più recente e che si serve di questa per modellare e rimodulare cinematograficamente la dimensione più sfuggente e abusata di sempre. Quel tempo che avanza inesorabile ma sul quale a quasi 90 anni si ha ancora parecchio da dire. Magari per saldare debiti con la coscienza militare contemporanea del paese (il Chris Kyle di American Sniper, opera sulla quale pesa ancora un gigantesco equivoco ideologico) o far emergere i vizi di forma di un sistema giudiziario che antepone gli interessi assicurativi all’elemento umano (Sully)...

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Un anno di cinema, 40 titoli da ricordare- Parte II

Seconda parte dell’articolo sui 40 film da ricordare del 2019. Anche qui nessuna ideale classifica (il n. 40 non è meno importante dei precedenti) ma solo un’elencazione dettata dalla memoria, dall’emotività, dalle connessioni instauratesi nella mente mentre rievocavo le visioni avute nel corso dell’anno. Consapevole della incompletezza di ogni lista (come al solito sono state tante le visioni perdute) vi offro comunque un piccolo compendio ragionato di scelte (ovviamente personali).

Giusto per dimostrarvi che i bei film, nonostante tutto al cinema sembri essere stato già raccontato, esistono ancora e sono molti.

Soltanto bisogna avere voglia di inseguirli.

O magari di farsi trovare da loro.

Buona lettura!

21.The Mule-Il corriere...

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Un anno di cinema, 40 titoli da ricordare- Parte I

E’ stato un bell’anno cinematografico quello appena concluso. I miei motivi saranno magari diversi da quelli di tanti altri. C’è chi si è commosso con il finale di “Avengers Endgame” e chi riattraversando la savana realistica del “Re Leone“, chi attendeva trepidante il finale di “Star Wars Episodio IX” e chi non vedeva l’ora di ripercorrere i corridoi del’Overlook Hotel in “Doctor Sleep“, chi si immergeva in una Downton Abbey finalmente panoramica e chi, più piccino, voleva tornare ad Arendelle per riabbracciare Elsa e Anna (Frozen 2) o nel mondo dei giocattoli (Toy Story 4).

I motivi per godere del cinema sono tanti, tutti diversi, moltissimi validi.

Qui elenco film e motivi per i quali è stato bello continuare ad andare al cinema durante il 2019...

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