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Indiana Jones al Taormina Film Fest

Omaggio illustrato a HARRISON FORD in occasione dell’anteprima al Taormina Film Fest di “Indiana Jones e il quadrante del destino”, ultimo capitolo delle avventure dell’archeologo più famoso della storia del cinema.

Disegno di Andrea Lupo

Tutti i diritti riservati

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The Fabelmans, quando la vita si fa arte

Ancora una volta tutto ha inizio da un treno. Non la locomotiva in arrivo alla stazione di La Ciotat, i famosi 50 secondi con cui i Lumière terrorizzarono una piccola platea a Parigi nel 1896, ma il treno che deraglia e distrugge altri vagoni in una delle sequenze più catastrofiche ed “esplosive” de “Il più grande spettacolo del mondo” di Cecil B. De Mille. Una scossa ai sensi e alla mente che, oltre a costituire lo splendido incipit di puro meta-cinema del film, rappresenta per il piccolo Sammy Fabelman (alter-ego del futuro Steven Allen Spielberg) quasi una seconda espulsione dal grembo materno, l’evento epocale che ne segnerà in maniera irreversibile tutta l’esistenza successiva e gli mostrerà l’unica rotta sensata del suo destino: fare cinema (“Perché non c’è ni...

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Omaggio a Sidney Poitier

Nel magnifico ma poco noto “Sei gradi di separazione” di Fred Schepisi, tratto dall’omonima pièce di John Guare, un giovane e bravissimo Will Smith interpreta il ruolo di un truffatore che si introduce nella vita di una coppia dell’upper class newyorkese colta e (inconsapevolmente?) snob, sconvolgendone “colore e struttura” come in un affresco di Kandinskij (e l’astrattismo nel film non è citato a caso). L’opera teatrale e il successivo adattamento cinematografico traggono spunto da un fatto di cronaca che vide protagonista negli anni ’80 un giovane afroamericano capace di raggirare parecchie famiglie alto borghesi spacciandosi come il figlio di Sidney Poitier...

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The Last Duel, la donna vince fra i duellanti

C’è qualcosa di cinematograficamente avventuroso ed entusiasmante nella carriera di Ridley Scott (27 lungometraggi lungo i suoi 44 anni di attività, praticamente un film ogni anno e mezzo), giunto alla soglia degli 84 con una voglia ancora inesausta di filmare e soprattutto di esplorare nuovi generi (a Venezia 78 ha dichiarato che nel suo programma sono previsti almeno un western e un musical). Avventuroso si diceva anche perché quella carriera è stata battezzata proprio dal duello-ossessione fra i due ufficiali napoleonici narrato nel seminale “I duellanti”, pellicola tratta da un racconto di Conrad e diventata negli anni l’archetipo cinematografico del concetto stesso di sfida su grande schermo...

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