Sono tanti i film che Jean-Louis Trintignant ha reso indimenticabili con la sua magnifica presenza d’attore. Ma fra “Il sorpasso”, “Il conformista” o “Amour” (per citare solo alcuni titoli di una filmografia lunghissima e lussuosa) uno dei ruoli che più mi resterà nel cuore sarà sempre quello del giudice che intercetta le conversazioni telefoniche nel capolavoro “Film Rosso” di Krzysztof Kieslowski. Dentro quel corpo anziano e provato e attraverso quello sguardo cinico, impudente e insieme disilluso, Trintignant diede vita a un demiurgo stanco, un Dio tessitore di destini che non ha più la forza di intervenire sugli umani con le proprie decisioni ma si sazia ancora con l’impertinenza del proprio indagare. E’ una figura che va oltre lo schermo e al di là della scrittura stessa. E’ la Pietà e il Disprezzo insieme, la Viltà e la Commiserazione. E’ il Cinema insomma, quello capace di personificare per noi i concetti rendendoli carne e sguardo. C’è il Fato in “Film Rosso” così come c’è un demiurgo, un Dio punitore e la fratellanza coloro fuoco che ci accomuna tutti. Ma cosa ne sarebbe stato di tutta questa Verità se non ci fosse stato quel magnifico Jean-Louis Trintignant a renderla reale sullo schermo?
Disegno di Andrea Lupo
Commenti recenti