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Tributo a ALAIN DELON

Alle icone cinematografiche non bisognerebbe chiedere altro che di essere questo: pura sostanza dei sogni, illusione di celluloide, seduzione dell’irraggiungibile.
Ma le icone hanno bisogno anche dell’uomo dietro. E quell’uomo, il personaggio pubblico, talvolta non corrisponde alla sensibilità o alla visione del mondo che ciascuno di noi possiede. Anche Alain Delon viveva dentro questa (umana) contraddizione, la stessa che gli ha procurato, soprattutto negli ultimi anni, l’acclamazione di tanti e la diffidenza di molti altri. Ma le icone esistono solo per restare fedeli a se stesse. E in questo Alain Delon è stato perfetto. L’immagine assoluta, il sogno di celluloide, la seduzione dell’irraggiungibile...
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Omaggio a Jean-Louis Trintignant

Sono tanti i film che Jean-Louis Trintignant ha reso indimenticabili con la sua magnifica presenza d’attore. Ma fra “Il sorpasso”, “Il conformista” o “Amour” (per citare solo alcuni titoli di una filmografia lunghissima e lussuosa) uno dei ruoli che più mi resterà nel cuore sarà sempre quello del giudice che intercetta le conversazioni telefoniche nel capolavoro “Film Rosso” di Krzysztof Kieslowski. Dentro quel corpo anziano e provato e attraverso quello sguardo cinico, impudente e insieme disilluso, Trintignant diede vita a un demiurgo stanco, un Dio tessitore di destini che non ha più la forza di intervenire sugli umani con le proprie decisioni ma si sazia ancora con l’impertinenza del proprio indagare. E’ una figura che va oltre lo schermo e al di là della scrittura stessa...

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Omaggio a Jean-Paul Belmondo

Siamo tutti morti in licenza” Lenine

Addio a Jean-Paul Belmondo icona della Nouvelle Vague e volto “canaglia” del cinema francese.

 

Disegno di Andrea Lupo

 

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La douleur, l’afflizione che fa sopravvivere

Qual è la responsabilità morale del cinema di fronte alla letteratura? Come può la visione mantenersi etica e rispettosa nei confronti di un magmatico, spesso intraducibile per immagini, materiale di partenza letterario? E’ lo scritto di Marguerite Duras, autrice francese fondamentale del Novecento (Hiroshima Mon Amour, L’amante) a rinnovare l’annosa questione dell’accordo/disaccordo fra cinema e letteratura, di quella auspicabile coesistenza fra le istanze narrative e simbolico-figurative del primo e l’ossequio dovuto a una materia letteraria satura di approcci intimi e visioni solipsistiche (ancora più marcati nel caso della Duras)...

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