
“Siamo tutti morti in licenza” Lenine
Addio a Jean-Paul Belmondo icona della Nouvelle Vague e volto “canaglia” del cinema francese.
Disegno di Andrea Lupo
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“Siamo tutti morti in licenza” Lenine
Addio a Jean-Paul Belmondo icona della Nouvelle Vague e volto “canaglia” del cinema francese.
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Se è vero che il mondo finisce non con un boato ma con un lamento, allora un comico non vorrà mai essere salutato per l’ultima volta con un singhiozzo ma con un sorriso.
Ed è con il sorriso raggiante e insieme surreale del “Tenerone” che saluto Gianfranco D’Angelo, omaggiandolo nei panni di quel “coccoloso”, ingombrante personaggio capace di farsi amare dai bambini per l’esagerata timidezza e di far ugualmente innervosire (divertendoli) gli adulti col suo squillante falsetto (“Che emozioneee!”).
Del resto quel bizzarro incrocio fra un coniglio gigante e lo zucchero filato esprime perfettamente l’essenza di un attore che sapeva pizzicare tutte le corde del comico, imponendosi su ogni palcoscenico tanto attraverso il corpo che con le improbabili parrucche femminili e, ovviamente, anche ...
Read MoreIl mio saluto alla regina delle showgirl non è fatto di lacrime, matite e colori ma di gioia, velluti e lustrini. Perchè a questa incredibile, spumeggiante artista del nostro secolo gli angoli bui della vita non piacevano. Si nutriva delle luci degli spettacoli e faceva vivere il pubblico della sua instancabile, coloratissima e musicale “favolosità”. Ha tirato un sipario discreto sul suo dramma lasciando che gli altri continuassero a divertirsi alla “fiesta”. E’ un testamento felice quello che lascia, fatto di arcobaleni, abbracci e inviti a far l’amore “con chi vuoi tu”. Ed è stato un capitolo autentico della nostra televisione, in quel tempo irripetibile in cui la vita voleva somigliare a quella oltre lo schermo, senza i tempi morti e gli angoli bui. Hola Raffaella e grazie di tutto...
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Disegno di ANDREA LUPO
Read MoreOmaggio a Star Wars nel giorno della sua celebrazione ufficiale.
Che la forza sia con tutti…
Disegno di ANDREA LUPO
Read MoreMinari di Lee Isaac Chung
Con Steven Yeun, Ye-ri Han, Yuh Jung Youn, Noel Cho, Alan S.Kim, Will Patton.
Si resta vagamente spiazzati al termine della visione del film di Lee Isaac Chung, ostaggi di sensazioni oscillanti fra appagamento e sospensione, tra la consapevolezza di una riconciliazione familiare avvenuta sotto il nostro sguardo e la malinconica incertezza che i fili esistenziali di quei personaggi terranno ancora (oltre lo stesso sguardo). E’ l’effetto emotivo prodotto da quello stacco su schermo nero immediatamente successivo all’inquadratura di un rigoglioso minari, pianta acquatica giapponese che dà al film titolo, senso e ovviamente un simbolo...
Read MorePieces of a woman. Pezzi di donna. Tasselli di reale femminile che cercano posto dentro il ritratto di un “Io” frantumato. Destrutturazione psicologica di una madre e sua successiva, lenta ricomposizione attraverso il più grave dei percorsi: quello del lutto per la bimba appena nata. Una maternità non negata ma “sottratta”. Dall’accidente forse o dall’imperizia altrui, o magari, più semplicemente, dalle conseguenze di un’incauta, cocciuta auto-determinazione. Frammenti psicanalitici di un processo interiore che sconfina in altri fori, quello familiare innanzitutto ma anche l’altro mediatico e penale...
Read More“Il più grande difetto della società italiana è quello di essere senza memoria”. Perchè, aggiungerei umilmente, la memoria ci accompagna da sola mentre il ricordo viene sempre servito da qualcun altro. Disegno in “memoria” di Leonardo Sciascia, scrittore siciliano fra i più cinematografici di sempre, la cui attualità non potrà mai essere resa da un semplice aforisma.
Disegno di Andrea Lupo
Read MoreNel giorno dell’Epifania, tra Re Magi e vecchiette sulla scopa, il mio ricordo va immediato a un’altra vecchina: nonna Coco, protagonista “nascosta” dell’adorabile capolavoro Pixar.
Un ricordo che coi dolci e l’ultimo giorno delle festività natalizie ha poco a che spartire. Perchè “Coco” è il film Pixar che ci obbliga a dialogare con la morte, affrontando il più doloroso dei temi umani non nel momento diretto del trapasso ma nella fase successiva della memoria. Un cartone che vive dei colori accesi che i vivi hanno dato ai morti (in quel Dia de Muertos ove tutto è fiori, cibo, candele e ofrenda sulle lapidi) e sa giocare col macabro delle spoglie terrene nella giusta misura “infantile”. “Coco” parla di morte usando i calaveras messicani come unico tramite possibile...
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