L’omaggio a Daria Nicolodi è molto più di un saluto a un’attrice colta, eclettica e incisiva come poche in Italia (e che l’Italia avrebbe potuto e dovuto valorizzare di più). E’ il gesto accorato di un appassionato di cinema che trovò, appena dodicenne, in quello sguardo acuminato ma al tempo stesso carezzevole ed ironico, una ragione in più per amare l’horror. Uno sguardo capace sia di terrificare, quando si cristallizzava in figure smembrate tra pietas e follia (Schock, Phenomena), che di restituire a noi il terrificato, ovvero quell’orrore vissuto come vittima del metafisico (Inferno) o come involontaria giustiziera terrena (Tenebre)...
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