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Longlegs, le bugie hanno le gambe lunghe

AVVERTENZA: CONTIENE SPOILER. NON LEGGERE PRIMA DI AVER VISTO IL FILM.

Si dice, dai tempi di Pinocchio, che le bugie hanno le gambe corte. Perché? Perché non possono correre troppo lontano e prima o poi le verità che nascondono verranno a galla. Però esistono anche bugie con le gambe lunghe, quelle che corrono veloci e si propagano, esattamente come il male che (normalmente) veicolano. “Gambelunghe”, non a caso, è l’allusivo nomignolo del serial killer (un grandioso Nicolas Cage) protagonista del cupissimo quarto film di Osgood Perkins, al secolo figlio di Anthony -Norman- Perkins. “Longlegs” è, a un primo sguardo, un thriller psicotico inzuppato nelle peci dell’horror, con la sua visione esatta e “perpendicolare” di un male vivo e in apparenza assopito fra villette ordinarie...

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“Bussano alla porta”, fede e famiglia nell’ultimo apologo di Shyamalan

E’ da oltre un ventennio che il cinema di M. Night Shyamalan pare essersi assunto sulle spalle una sorta di responsabilità silenziosa nei confronti del pubblico. Attraverso le sue incursioni all’interno dei generi la filmografia del regista indiano si è fatta sempre più manifesto delle inquietudini del presente, una sorta di ricognizione dai toni minimalisti intorno a paure individuali e angosce collettive. E’ una storia che ha avuto inizio nel 1999, l’anno in cui “Il sesto senso” poneva la pietra definitiva su una riflessione tutta americana incentrata sulle inquietudini di fine millennio...

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Ultima notte a Soho

Just listen to the music of the traffic in the city, linger on the sidewalk where the neon signs are pretty
How can you lose? The lights are much brighter there. You can forget all your troubles, forget all
your cares So go downtown…

(“Ascolta soltanto la musica del traffico della città, soffermati sul marciapiede dove le insegne al neon sono belle. Come le puoi perdere? Le luci là sono più brillanti. Puoi dimenticare i tuoi guai, dimenticare  tutte le preoccupazioni. Quindi vai in centro…”)

La voce di Petula Clark nella hit “Downtown” lo diceva chiaramente in quei favolosi ’60: il sogno alberga nelle grandi città, il rumore del traffico è musica e le luci (rigorosamente neon) fanno dimenticare le preoccupazioni. E’ la City, bellezza ed è lì soltanto per te...

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