Ciao Bersagliera…

Omaggio a Gina Lollobrigida, “bersagliera” del cinema italiano…

Disegno di ANDREA LUPO

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The Fabelmans, quando la vita si fa arte

Ancora una volta tutto ha inizio da un treno. Non la locomotiva in arrivo alla stazione di La Ciotat, i famosi 50 secondi con cui i Lumière terrorizzarono una piccola platea a Parigi nel 1896, ma il treno che deraglia e distrugge altri vagoni in una delle sequenze più catastrofiche ed “esplosive” de “Il più grande spettacolo del mondo” di Cecil B. De Mille. Una scossa ai sensi e alla mente che, oltre a costituire lo splendido incipit di puro meta-cinema del film, rappresenta per il piccolo Sammy Fabelman (alter-ego del futuro Steven Allen Spielberg) quasi una seconda espulsione dal grembo materno, l’evento epocale che ne segnerà in maniera irreversibile tutta l’esistenza successiva e gli mostrerà l’unica rotta sensata del suo destino: fare cinema (“Perché non c’è ni...

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Halloween, la “forma”del Male nella nuova trilogia

Con “Halloween Ends” il regista David Gordon Green conclude la sua discussa e coraggiosa trilogia dedicata alla maschera omicida partorita dall’immaginazione di John Carpenter con il seminale “Halloween-la notte delle streghe”. Un’operazione nata come reboot di una saga che, a essere onesti, tra gli anni ’80 e i ’90 non aveva riservato all’icona Michael Myers un trattamento degno o all’altezza del cult del 1978. Perché ad eccezione di un discreto sequel che prolungava la fatidica notte delle streghe fin dentro l’ospedale in cui era ricoverata una malmessa Laurie Straude (la mitica Jamie Lee Curtis) e di un gustoso capitolo (“Halloween 20 anni dopo”) concepito dentro la filosofia dello slasher post-Scream rilanciata dalla Miramax, gli episodi successivi brillavan...

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Cinema, mostri e quel tenero bisogno di (soprav)vivere…

Ai mostri della nostra adolescenza cinefila siamo rimasti tutti un po’ affezionati. Che sia un’ombra espressionista che galleggia nel subconscio, un killer ruvido e muto che punisce il sesso precoce degli adolescenti o il seme di una responsabilità adulta che germoglia nei sogni dei figli come creatura guantata e assassina, quegli incubi, volenti o no, li custodiamo ancora. Alcuni se ne sono sbarazzati chiudendoli in uno scantinato, mentre la polvere del tempo li sminuiva come giocattoli in disuso e i fardelli della vita ne occupavano il posto...

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Grazie di tutto Mrs. Lansbury…

Tributo a un’altra grande signora inglese, presenza magnetica del cinema, regina in giallo della tv e amabile signora Disney (per noi più cresciutelli resterà sempre l’adorabile strega Eglantine Price di “Pomi d’ottone e manici di scopa“). Al cinema ha lavorato con molti dei grandi (Cecil. B. De Mille, George Cukor, Frank Capra, Vincent Minnelli fra gli altri), ma è diventata grande, e soprattutto icona, esattamente quanto loro.

Avremmo voluta vederla di più sul grande schermo nella sua tenera ed elegante terza età, anche se le repliche infinite de “La signora in giallo” ce la rendono ancora oggi eterna compagna nei pomeriggi di tutti i giorni. Quasi un’amica per tutte le nostre mamme.

Rob Marshall le ha regalato un’ultima, preziosa apparizione ne “Il ritorno di Mary Poppins“: è l’am...

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God saved the Queen

 

Disegno di Andrea Lupo

 

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NOPE- la risposta è nelle nuvole

  1. NOPE. Un “NO” convinto e tipicamente slang. Ma, forse, anche la crasi fra “NO” e “HOPE”, negazione di una possibilità, abbandono di speranza. L’ultimo film di Jordan Peele naviga- o, più correttamente,”plana” dato il tema alieno- fra la spigliatezza leggera dell’entertainment e la gravità della riflessione sociale, quella a cui il regista ci ha abituato fin dall’esordio “Scappa-Get Out” (sul lato ipocrita, reazionario e schiavista dei sistemi democratici) e a seguire con “Noi- US” (il classismo degli United States eretto sul sacrificio dei deboli). Quelle usate da Peele a mo’ di architravi ideologiche del racconto sono grandi metafore, tanto più esibite narrativamente quanto più ritenute urgenti e necessarie, soprattutto dentro un Presente-Mondo sempre più dominato dai reset delle ...
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Addio a Olivia Newton-John, Sandy per sempre

Sandy, you must start anew
Don’t you know what you must do?
Hold your head high
Take a deep breath and sigh,
“Goodbye to Sandra Dee…”

Addio dolce Sandy…

 

Disegno di Andrea Lupo

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Elvis! (nella fiera delle illusioni)

Dalla sparkling diamond Satine di “Moulin Rouge!” (2001) fino alla cascata di diamanti incastonati in fibbie d’oro che apre e chiude i titoli del biopic “Elvis” il passo è breve, anche se sono passati già vent’anni. E la tentazione di mettere quel punto esclamativo nel titolo del film, appena conclusa l’immersione nei suoi instancabili (mai stancanti) 157 minuti di visione, è forte. Perchè biopic alla fine è una parola semplice, una catalogazione cinefila di comodo che tutto vorrebbe dire sull’opera ma nulla effettivamente aggiunge. Per rendere al meglio invece tutta la vertigine musicale che sprigiona dalla reinterpretazione su schermo di questo mito fondante della moderna cultura americana occorrerebbe una dicitira del tipo Baz Luhrmann’s Elvis. O, come detto, un punto esclamativo ...

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Omaggio a Jean-Louis Trintignant

Sono tanti i film che Jean-Louis Trintignant ha reso indimenticabili con la sua magnifica presenza d’attore. Ma fra “Il sorpasso”, “Il conformista” o “Amour” (per citare solo alcuni titoli di una filmografia lunghissima e lussuosa) uno dei ruoli che più mi resterà nel cuore sarà sempre quello del giudice che intercetta le conversazioni telefoniche nel capolavoro “Film Rosso” di Krzysztof Kieslowski. Dentro quel corpo anziano e provato e attraverso quello sguardo cinico, impudente e insieme disilluso, Trintignant diede vita a un demiurgo stanco, un Dio tessitore di destini che non ha più la forza di intervenire sugli umani con le proprie decisioni ma si sazia ancora con l’impertinenza del proprio indagare. E’ una figura che va oltre lo schermo e al di là della scrittura stessa...

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