Omaggio ad Andrea camilleri

Oggi si è spento uno dei siciliani più influenti dell’ultimo ventennio, Andrea Camilleri.

E da siciliano non potevo che rendergli omaggio con una mia illustrazione.

Grazie Andrea, grazie di aver dato lustro alla tua terra e di aver rotto i cabbasisi a chi se lo meritava.

E anche se hai concluso qui il tuo percorso siamo certi che non l’hai ancora veramente finito.

La tua terra ti saluta e ti è lieve.

Disegno di Andrea Lupo

 

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Toy Story 4, un amico in noi…

Alla Pixar il numero perfetto non esiste se anche le saghe più riuscite di sempre (come appunto quella di Toy Story, pietra angolare dell’animazione moderna) possono permettersi di stravolgere la linda compiutezza del concetto di trilogia e spingersi verso l’infinito e oltre del proprio stesso romanzo di formazione. Sono passati ben nove anni dal bellissimo “Toy Story 3- La grande fuga” in cui avevamo lasciato la banda di Woody & Co. al crepuscolo di una scelta personale assai sofferta (che però era anche l’alba di una necessaria maturità)...

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“Yesterday”, recensione in anteprima dal Taormina Film Fest

Yesterday, all my troubles seemed so far away, Now it looks as though they’re here to stay, Oh I believe in yesterday…”

Il terzo tributo musicale di stagione dopo la teutonica celebrazione dei Queen e Freddie Mercury in Bohemian Rhapsody e quella più camp e intimista di Elton John in Rocketman è questa ironica, tenera e un po’ fanciullesca digressione sul sound dei Beatles firmata Danny Boyle (Trainspotting, 127 ore, Steve Jobs). Il titolo stesso “Yesterday” evoca non solo una delle canzoni-simbolo della mitica band di Liverpool ma anche la nostalgia di un passato senza problemi (“all my troubles seemed so far away”) e di un tempo leggero, soave ed emotivamente incolpevole cui tutti più o meno siamo rimasti idealmente legati...

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Dolor y Gloria y…

…y Amor. Il terzo termine (di paragone) del teorema biografico almodovariano qui è fuori campo. E’ l’assonanza che il titolo non comprende ma di cui è chiaramente impregnata tutta la narrazione di quest’ultima opera del maestro spagnolo. Lo aggiunge arbitrariamente chi scrive quale vezzo e diletto di un esercizio critico inedito intorno al film, anche se il film stesso neppure ne necessiterebbe. Un po’ come il ritorno su locandina del nome Pedro davanti ad Almodóvar (così il regista ha firmato e contrassegnato quasi tutta la produzione degli ultimi trent’anni) che marca superfluamente il biografismo dell’opera, esplicitata però fin dal collage che ne compone il manifesto...

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Rocketman, un sogno “reale” fra audacia e biografia

Due biopic musicali nella stessa stagione. Due icone assolute degli ultimi cinquant’anni di rock si confrontano idealmente sullo schermo per rinnovare col proprio pubblico il patto di popolarità e i diritti sul sipario. Due canzoni-simbolo come titoli dei film (Bohemian Rhapsody, Rocketman) a loro dedicati, quasi a voler restituire di quelle tormentate biografie non la rigorosa attendibilità storica del narrato ma la più evocativa “singolarità” del vissuto. E la singolarità, concetto fisico che definisce il punto in cui una curvatura spazio-temporale tende verso l’infinito, appartiene anche a queste due stelle, come prodotto di una deformazione da loro stesse determinata sulla curvatura della musica. La gloriosa singolarità di note che aspirano all’infinito...

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PET SEMATARY, quel cimitero che “vive” oltre la pagina

AVVISO SPOILER AI LETTORI: SE NON AVETE LETTO IL LIBRO, VISTO IL FILM O IL SUO REMAKE NON LEGGETE QUESTA ANALISI. CONTIENE ANTICIPAZIONI ED EVENTI FONDAMENTALI DELLA STORIA DI STEPHEN KING E DELLE DUE TRASPOSIZIONI UFFICIALI.

  1. La terra e la pietra, il dolore e la metafora in “Pet Sematary” di Stephen King

Il cuore di un uomo è più duro di una pietra. Ogni uomo coltiva i propri affetti come può e ha cura delle creature che ama. Perchè l’amore per le persone che ci sono care, è la vera, unica ricchezza. E l’amore è un sentimento che supera anche il limite invalicabile della morte.(Pet Sematary, 1983)

C’è il racconto “La zampa di scimmia” dello scrittore inglese William Wymark Jacobs alle origini del bellissimo e terribile romanzo di Stephen King...

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Omaggio a Doris Day, stella splendente della nostra memoria

Addio alla fidanzata, all’icona e alla voce.

Attrice naturalmente ma anche ugola che ha incorniciato di auree melodie le storie degli innamorati di ogni tempo.

Sogno americano per eccellenza, fidanzata ritrosa della porta accanto su schermo e amica fedele nella vita reale (di Rock Hudson nei tristi anni della malattia e dell’isolamento).

Limpida, amabile e popolare Doris Day resterà una delle ultime meteore in grado di unire i cieli hollywoodiani coi nostri.

Una stella in cui rifulgono la vita e il cinema e che fa splendere di più la memoria di un passato che ci riguarda.

Il futuro non possiamo vederlo ma quelle note culleranno sempre con dolcezza ogni futuro presente.

“Que Sera, Sera, Whatever will be, will be. The future’s not ours, to see. Que Sera, Sera. What will be, will be…”

An...

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Addio a Peter Mayhew, Chewbecca per la vita

L’omaggio all’uomo dietro la maschera non è meno importante del celebrare la maschera stessa.

Il saluto di Han e Chewie a Peter Mayhew, tall man dal volto poco noto dietro il Wookie più famoso della storia…

Disegno di Andrea Lupo

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Ricordando “Interstellar” nel giorno del “Buco Nero”

Oggi 8 radiotelescopi hanno fotografato la storia visualizzando il famoso “orizzonte degli eventi”.

Ma i confini ignoti e invalicabili di un buco nero non delimitano solo quelli scientifici di un evento astronomico ma delineano nuovamente le forme dell’inconoscibilità terrena.

E rimandano ancora una volta all’unica ondulazione possibile per l’essere umano dinanzi alle ignote curvature stellari e spazio-temporali: quelle del cuore.

E’ bello ricordare oggi “Interstellar” perchè ci rammenta quelle meraviglie  che non hanno bisogno di radiotelescopi per essere fotografate…

 

Disegno di Andrea Lupo

 

 

 

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Monday Bloody Monday: il massacro (rimosso) di Peterloo

Uno dei film più importanti della stagione è diventato anche uno dei titoli più colpevolmente bistrattati dal pubblico e dalle giurie dei premi che contano. Fatto fuori già in sede di nominations agli Oscar (proprio come accaduto a “First Reformed” di Paul Schrader) dai troppi black power, mexican power, music power e perfino da Netflix (“Roma”, “La ballata di Buster Scrubbs”), piattaforma consacrata dai premi praticamente in ogni dove. Dall’ultimo Festival di Venezia, (in cui era in competizione accanto ai celebrati “La favorita” e “Roma” ma anche all’abbagliante “Suspiria” di Guadagnino) fino agli Academy Awards passando per i British Independent Film Awards, “Peterloo” di Mike Leigh è divenuto, suo malgrado, vittima di una clamorosa negligenza da parte...

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