Rocketman, un sogno “reale” fra audacia e biografia

Due biopic musicali nella stessa stagione. Due icone assolute degli ultimi cinquant’anni di rock si confrontano idealmente sullo schermo per rinnovare col proprio pubblico il patto di popolarità e i diritti sul sipario. Due canzoni-simbolo come titoli dei film (Bohemian Rhapsody, Rocketman) a loro dedicati, quasi a voler restituire di quelle tormentate biografie non la rigorosa attendibilità storica del narrato ma la più evocativa “singolarità” del vissuto. E la singolarità, concetto fisico che definisce il punto in cui una curvatura spazio-temporale tende verso l’infinito, appartiene anche a queste due stelle, come prodotto di una deformazione da loro stesse determinata sulla curvatura della musica. La gloriosa singolarità di note che aspirano all’infinito...

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PET SEMATARY, quel cimitero che “vive” oltre la pagina

AVVISO SPOILER AI LETTORI: SE NON AVETE LETTO IL LIBRO, VISTO IL FILM O IL SUO REMAKE NON LEGGETE QUESTA ANALISI. CONTIENE ANTICIPAZIONI ED EVENTI FONDAMENTALI DELLA STORIA DI STEPHEN KING E DELLE DUE TRASPOSIZIONI UFFICIALI.

  1. La terra e la pietra, il dolore e la metafora in “Pet Sematary” di Stephen King

Il cuore di un uomo è più duro di una pietra. Ogni uomo coltiva i propri affetti come può e ha cura delle creature che ama. Perchè l’amore per le persone che ci sono care, è la vera, unica ricchezza. E l’amore è un sentimento che supera anche il limite invalicabile della morte.(Pet Sematary, 1983)

C’è il racconto “La zampa di scimmia” dello scrittore inglese William Wymark Jacobs alle origini del bellissimo e terribile romanzo di Stephen King...

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Omaggio a Doris Day, stella splendente della nostra memoria

Addio alla fidanzata, all’icona e alla voce.

Attrice naturalmente ma anche ugola che ha incorniciato di auree melodie le storie degli innamorati di ogni tempo.

Sogno americano per eccellenza, fidanzata ritrosa della porta accanto su schermo e amica fedele nella vita reale (di Rock Hudson nei tristi anni della malattia e dell’isolamento).

Limpida, amabile e popolare Doris Day resterà una delle ultime meteore in grado di unire i cieli hollywoodiani coi nostri.

Una stella in cui rifulgono la vita e il cinema e che fa splendere di più la memoria di un passato che ci riguarda.

Il futuro non possiamo vederlo ma quelle note culleranno sempre con dolcezza ogni futuro presente.

“Que Sera, Sera, Whatever will be, will be. The future’s not ours, to see. Que Sera, Sera. What will be, will be…”

An...

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Addio a Peter Mayhew, Chewbecca per la vita

L’omaggio all’uomo dietro la maschera non è meno importante del celebrare la maschera stessa.

Il saluto di Han e Chewie a Peter Mayhew, tall man dal volto poco noto dietro il Wookie più famoso della storia…

Disegno di Andrea Lupo

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Ricordando “Interstellar” nel giorno del “Buco Nero”

Oggi 8 radiotelescopi hanno fotografato la storia visualizzando il famoso “orizzonte degli eventi”.

Ma i confini ignoti e invalicabili di un buco nero non delimitano solo quelli scientifici di un evento astronomico ma delineano nuovamente le forme dell’inconoscibilità terrena.

E rimandano ancora una volta all’unica ondulazione possibile per l’essere umano dinanzi alle ignote curvature stellari e spazio-temporali: quelle del cuore.

E’ bello ricordare oggi “Interstellar” perchè ci rammenta quelle meraviglie  che non hanno bisogno di radiotelescopi per essere fotografate…

 

Disegno di Andrea Lupo

 

 

 

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Monday Bloody Monday: il massacro (rimosso) di Peterloo

Uno dei film più importanti della stagione è diventato anche uno dei titoli più colpevolmente bistrattati dal pubblico e dalle giurie dei premi che contano. Fatto fuori già in sede di nominations agli Oscar (proprio come accaduto a “First Reformed” di Paul Schrader) dai troppi black power, mexican power, music power e perfino da Netflix (“Roma”, “La ballata di Buster Scrubbs”), piattaforma consacrata dai premi praticamente in ogni dove. Dall’ultimo Festival di Venezia, (in cui era in competizione accanto ai celebrati “La favorita” e “Roma” ma anche all’abbagliante “Suspiria” di Guadagnino) fino agli Academy Awards passando per i British Independent Film Awards, “Peterloo” di Mike Leigh è divenuto, suo malgrado, vittima di una clamorosa negligenza da parte...

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La douleur, l’afflizione che fa sopravvivere

Qual è la responsabilità morale del cinema di fronte alla letteratura? Come può la visione mantenersi etica e rispettosa nei confronti di un magmatico, spesso intraducibile per immagini, materiale di partenza letterario? E’ lo scritto di Marguerite Duras, autrice francese fondamentale del Novecento (Hiroshima Mon Amour, L’amante) a rinnovare l’annosa questione dell’accordo/disaccordo fra cinema e letteratura, di quella auspicabile coesistenza fra le istanze narrative e simbolico-figurative del primo e l’ossequio dovuto a una materia letteraria satura di approcci intimi e visioni solipsistiche (ancora più marcati nel caso della Duras)...

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Addio a Bruno Ganz, l’angelo di Berlino

Ci lascia il grande Bruno Ganz, volto discreto e umano del miglior cinema europeo.

Tra l’angelo di Wim Wenders e il diavolo hitleriano tanti uomini “normali”, tra cui l’indimenticabile cameriere Fernando di “Pane e tulipani”.

Un volto e uno sguardo che il cinema non dimenticherà facilmente.

Qui il mio disegno omaggio per lui.

Disegno di Andrea Lupo

 

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La Favorita e la legge animale del cinema di Lanthimos

La Metamorfosi come condizione risolutiva dell’essere, il castigo fisico quale contrappasso del disordine sociale, le relazioni insolubili fra il fato e l’arbitrio. Sono queste alcune delle tematiche ricorrenti nel cinema di Yorgos Lanthimos regista greco che ha saputo codificare in forme inusuali e cinematografiche molte componenti culturali e identitarie del proprio paese. A fare da ponte concettuale fra le stesse v’è forse un’unica metafora, lineare, scoperta e severa: quella dell’animale. E’ questa infatti a far interlacciare idealmente gli ultimi tre film del celebrato autore verso una sorta di unicum conclusivo, una  riflessione gelidamente “etologica” sulla natura umana e sulle conseguenze ferine delle sue azioni (o inerzie)...

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Omaggio a Schindler’s List nella settimana della memoria

Nella settimana della memoria torna nelle sale il capolavoro “La lista di Schindler” film chiave di tutta la cinematografia dedicata alla Shoah ma anche riflessione tragica e compassionevole sul “fanciullino” spielberghiano, sull’impotenza dello sguardo e l’inesorabilità di quella legge che trasforma sempre gli uomini in numeri e mai i numeri in vite umane. Impossibile dimenticare, come la frase incisa sulla lapide del Sacrario ai caduti di Marzabotto ci ricorda. Impossibile almeno finchè l’uomo non continuerà ad essere se stesso, schiavo fedele e instancabile del proprio individualismo. Fino ad allora v’è solo la speranza che gli Schindler continuino a nascere nonostante tutto, malgrado ogni sistema di pensiero e istituzioni. Oggi come allora.

Qui il mio omaggio illustrato.

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