Pieces of a woman, un mosaico femminile a più voci

Pieces of a Woman

di Kornél Mundruczó. Con Vanessa Kirby, Ellen Burstyn, Shia LaBeouf, Molly Parker.

Pieces of a woman. Pezzi di donna. Tasselli di reale femminile che cercano posto dentro il ritratto di un “Io” frantumato. Destrutturazione psicologica di una madre e sua successiva, lenta ricomposizione attraverso il più grave dei percorsi: quello del lutto per la bimba appena nata. Una maternità non negata ma “sottratta”. Dall’accidente forse o dall’imperizia altrui, o magari, più semplicemente, dalle conseguenze di un’incauta, cocciuta auto-determinazione. Frammenti psicanalitici di un processo interiore che sconfina in altri fori, quello familiare innanzitutto ma anche l’altro mediatico e penale...

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Omaggio a Christopher Plummer

 

Disegno di Andrea Lupo

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Omaggio a Leonardo Sciascia

“Il più grande difetto della società italiana è quello di essere senza memoria”. Perchè, aggiungerei umilmente, la memoria ci accompagna da sola mentre il ricordo viene sempre servito da qualcun altro. Disegno in “memoria” di Leonardo Sciascia, scrittore siciliano fra i più cinematografici di sempre, la cui attualità non potrà mai essere resa da un semplice aforisma.

Disegno di Andrea Lupo

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Un petalo per Nonna Coco

Nel giorno dell’Epifania, tra Re Magi e vecchiette sulla scopa, il mio ricordo va immediato a un’altra vecchina: nonna Coco, protagonista “nascosta” dell’adorabile capolavoro Pixar.

Un ricordo che coi dolci e l’ultimo giorno delle festività natalizie ha poco a che spartire. Perchè “Coco” è il film Pixar che ci obbliga a dialogare con la morte, affrontando il più doloroso dei temi umani non nel momento diretto del trapasso ma nella fase successiva della memoria. Un cartone che vive dei colori accesi che i vivi hanno dato ai morti (in quel Dia de Muertos ove tutto è fiori, cibo, candele e ofrenda sulle lapidi) e sa giocare col macabro delle spoglie terrene nella giusta misura “infantile”. “Coco” parla di morte usando i calaveras messicani come unico tramite possibile...

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Auguri di fine anno da Illustracinema

RESETTARE, come ogni fine anno ci ha sempre imposto, è il gesto del nostro ideale ricominciare, il ritorno alle condizioni originarie, quel metaforico “ripristino delle condizioni iniziali” da cui poter ripartire come dei PC guasti, nonché la spinta -esistenzialmente “forzata”- a fare della nostra vita in entrata meglio di quanto non avessimo fatto con l’altra in uscita. Un rito “tribale” (perché sempre primitivi restiamo) accompagnato da una cacofonia di botti e tappi, gare di razzi e festosi trenini che girano in tondo illudendosi di percorrere il binario dell’infinito (8)- mentre l’unica direzione certa è il davanti- e salutando stazioni che non sarebbero più tornate...
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I 250 anni di Beethoven. Inno alla gioia cinefila

Beethoven e il cinema. O “di quei connubi visivo-sonori che il titano Ludovico Van non avrebbe mai immaginato”. La celebrazione dei 250 anni dalla nascita del maestro di Bonn è l’occasione per compiere un viaggio appassionante e appassionato (e, s’intende, incompleto) fra i saliscendi quasi escheriani di una memoria cinematografica collettiva e personale. Itinerari in cui non è facile stabilire se sia prima l’immagine o il suono a sollecitare le sinapsi cinefile che riportano a galla una determinata sequenza baciata dalla potenza o dalla delicatezza delle note del Ludovico Van. E’ certo però che ogni volta che in un ambiente irrompe poderoso l’An Die Freude ossia l’ode alla gioia, corale capace di far vibrare quasi “organicamente” le masse, la memoria cinefila corre a spa...

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Omaggio a Daria Nicolodi, musa, mater, madre…

L’omaggio a Daria Nicolodi è molto più di un saluto a un’attrice colta, eclettica e incisiva come poche in Italia (e che l’Italia avrebbe potuto e dovuto valorizzare di più). E’ il gesto accorato di un appassionato di cinema che trovò, appena dodicenne, in quello sguardo acuminato ma al tempo stesso carezzevole ed ironico, una ragione in più per amare l’horror. Uno sguardo capace sia di terrificare, quando si cristallizzava in figure smembrate tra pietas e follia (Schock, Phenomena), che di restituire a noi il terrificato, ovvero quell’orrore vissuto come vittima del metafisico (Inferno) o come involontaria giustiziera terrena (Tenebre)...

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Omaggio al Pibe de Oro

Addio al Pibe de Oro…

 

Disegno di Andrea Lupo

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Omaggio cinefilo a Donald Trump

Omaggio “cinefilo” (con strizzatina d’occhio al Mago di Oz) al più grande “attore” che abbia mai abitato la Casa Bianca dopo Donald Reagan.

Un po’ di ironia in mezzo a tanta serietà ogni tanto ci vuole (e siamo certi che il cinema del futuro ne parlerà ancora).

 

Disegno di Andrea Lupo

 

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Gigi Proietti, l’immortale che beffa la morte

Viva er teatro,dove tutto è finto,
ma niente c’è de farzo e questo è vero
e tu lo sai da prima se s’è tinto,
Otello er moro,oppuramente è nero,

nessun attore vero,vo’ fa crede
spignenno forte sull’intonazione,
che è tutto vero quello che se vede,
lui vole fa’ capi’ che è na finzione,

se je tocca morì sopra le scene
è vero che nun more veramente,
senno’ che morirebbe cosi’ bene?

capisci si com’è? Famme er piacere,
se morisse de morte veramente,
nun potrebbe morì tutte le sere.”

(Trilussa)

Disegno di Andrea Lupo

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